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Poesia per Andrea

federicaIl mondo girava, era impercettibile quel suo eterno volteggiare. Era una ballerina, la più eccelsa nella danza dell’universo.

Il mondo girava, era affaticato, chiedeva aiuto, un eco sordo anch’esso impercettibile tra i gesti di chi non lo udiva. Ed il mondo girava, vuoto, freddo, inerme, e tu non c’eri più; eppure la tua presenza era fra gli alberi, stormiva tra i rami volti al cielo in tuo ricordo, brulicava fra i prati in ogni tulipano nascente, in ogni fiore di pesco che infondeva nell’aria quel sul soave profumo di primavera.

Eppure eri così tu, in ogni sole che sorgeva, in ogni scattante salto di quei conigli laggiù in valle, in ogni stella che cadeva, in ogni soffio di vento che ti riportava qui, per la strada. Correva veloce e s’intersecava nei cuori di chi il tuo al suo spegnersi, ha annientato.
Eppure il mondo era così pieno di te, ed i colori erano così spenti paragonati al chiarore dei tuoi occhi, i suoni erano così vuoi rispetto al vibrare della tua voce, ed ogni sinfonia nulla, rispetto al ritmo straordinariamente perfetto dei tuoi passi.  

Eppure era così chiara la tua felicità in ogni albore, in ogni canto di cicala; la tua rabbia in ogni tuono, i ogni onda che infuriava nella notte; il tuo pianto in ogni pioggia, ogni torrente, ogni goccia di cui ci abbeveriamo. Ci abbeveriamo di te e non ne avremo mai abbastanza, mai la tua assenza placherà questa nostra placida sete, silenziosa, nascosta nel pianto.

Ti è stata strappata la vita, i sogni, il respiro, ti hanno strappato il sole, la luna, le stelle, eppure sei qui, vivi in ogni respiro, in ogni pensiero, in qualsiasi parola. Vivi nel cuore, in ogni melodia, in qualsiasi animale, in ogni foglia.

E quale privilegio può essere esser strappato al sole e divenire il sole stesso? E forse non sei mai stato quanto lo sei adesso.

Sono otto lune che non ci sei più, otto notti di luna calante, eppure sei qui. E provo una bruciante fitta di segreta gelosia, nel pensare che adesso l’universo potrà godere del tuo splendore, e felicità nel pensare a quanto piccoli si sentiranno i pianeti, le stelle e l’universo al tuo cospetto.

E noi siamo soli in questo giorno d’aprile ove nascesti, in questo mese ove prima eri Andrea ed ora sei aprile.

 

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